FERTILIZZANTI
I vegetali necessitano di 15 elementi per la loro crescita: carbonio (C), ossigeno (O), e idrogeno (H) sono forniti dall'aria e dall'acqua. Gli altri 12 vengono assorbiti dalle radici, e devono essere presenti nel terreno o aggiunti come fertilizzanti.Gli elementi utilizzati in maggior quantità (macroelementi) sono: azoto (N), fosforo (P) e potassio (K), utilizzati dalla canapa in proporzioni diverse secondo le varie fasi di sviluppo. Il calcio (Ca) ed il magnesio (Mg) sono elementi secondari, utilizzati comunque dalla canapa in grandi
quantità, rispetto ad altri vegetali. Abbiamo poi i cosiddetti microelementi: ferro (Fe), zolfo (5), manganese (Mn), boro (B), molibdeno (Mb), zinco (Zn) e rame (Cu).
L'Azoto (N) è il principale responsabile della crescita e della riproduzione cellulare, della taglia e del vigore della pianta.
Esercita sui vegetali un'azione violenta di stimolo dell'accrescimento: una pianta ben provvista di azoto cresce rapidamente, produce un ampio apparato assimilatore, prende un colore verde scuro, dovuto all'abbondanza di clorofilla. È essenziale per la produzione di clorofilla. Per contro, alti livelli di azoto fanno si che le piante fioriscano e maturino più tardi, i tessuti vegetali siano più teneri e più soggetti all'attacco di parassiti, e un'eccessiva concimazione azotata può bloccare lo sviluppo o addirittura
uccidere le piante. In più, un eccessivo accumulo di nitrati nei tessuti vegetali può essere nocivo ai futuri utilizzatori dei vegetali stessi (provocando un intossicazione nota come metaemoglobinemia).
La cannabis richiede alti livelli di azoto durante la crescita vegetativa, e questo elemento si ritrova soprattutto nelle parti giovani della pianta. Un insufficienza di N si manifesta soprattutto con una vegetazione stentata: la pianta cresce poco, ha un apparato vegetativo ridotto, il fogliame ha una colorazione verde giallastra, l'apice delle foglie, a partire dalle più vecchie, ingiallisce e dissecca rapidamente. Q1esta insufficienza di vegetazione è accompagnata da una maturazione precoce e ad una produzione molto bassa.
Un eccesso di azoto si manifesterà dapprima con un notevole lussureggiamento e da un colore delle foglie più scuro, seguito da un arricciarsi delle foglie verso il basso (a cominciare dalle foglie superiori più giovani), con un blocco nella maturazione. Lavare il terreno con abbondante acqua per di lavare la quantità di fertilizzante nociva. Nella fase successiva, se l'eccesso continua, le foglie si bruceranno a partire dalle punte e la pianta morirà intossicata.
Il Fosforo (P) è necessario per la fotosintesi, ed è associato con il vigore complessivo della pianta. Nelle piante giovanissime il fabbisogno di P è molto elevato: fino ad un certo punto viene soddisfatto dalle riserve del seme, ma presto la pianta ,se non si è provveduto, manifesterà sintomi da carenza. Inoltre il fosforo favorisce l'accrescimento dell'apparato radicale, spesso è utile la presenza di una piccola quantità di P205 (anidride fosforica) vicino al seme. Viene utilizzato per la produzione di fiori, e quindi di resina e di semi. Il fosforo é necessario alla cannabis in percentuali superiori agli altri fertilizzanti nelle fasi di germinazione (o attecchimento delle radici se da tale e) e di fioritura.
Il fosforo, contrariamente all'azoto, accelera e favorisce tutti i fenomeni attinenti alla fioritura, fecondazione e maturazione. Rende possibile il metabolismo degli zuccheri, ed é una fonte di energia per la pianta.
L'aspetto delle piante bisognose di fosforo assomiglia a quello delle piante con carenza di azoto: le piante sono stentate e di color verde pallido; caratteristica è una colorazione rossastra che appare sui bordi delle foglie, dapprima le più vecchie e poi quelle superiori, che in seguito si disseccano. La canapa consuma molto fosforo e sopporta concentrazioni di questo elemento anche maggiori di quelle massime richieste. Un overdose di fosforo si nota da piante di taglia piccola e un fogliame
estremamente scuro.
Il Potassio (K) è necessario durante tutte le fasi di crescita.
Fornisce robustezza a tutta la pianta, stimola la crescita delle radici e dei fiori e rende le piante resistenti alle malattie e al freddo. È indispensabile per la produzione della clorofilla (se le piante non riescono a sintetizzare il potassio assumono una colorazione tendente al viola). Carenze di potassio possono essere indotte da squilibri alimentari, soprattutto da un eccesso di magnesio; al contrario, si può verificare carenza di magnesio in seguito ad un assorbimento eccessivo di potassio.
Deficienze di potassio si manifestano con crescita stentata (a volte dopo una partenza eccessivamente vigorosa), ingiallimento delle foglie partendo dalle più vecchie, con macchie scure che disseccano e bordi delle foglie arricciati e di un colore ramato (spesso dapprima le foglie diventano di un verde più scuro, i lembi si piegano e i margini si disseccano). Un eccesso di potassio sembra diminuire la produzione di resina e di cannabinoidi.
Il Calcio (Ca) è indispensabile per la produzione cellulare e la crescita. Per un buon accrescimento accanto ad ogni pelo radicale ci dovrebbe essere qualche molecola di calcio. Il suo consumo da parte della cannabis è paragonabile a quello degli altri macroelementi. Carenze di calcio si notano dapprima all'apice delle piante, con clorosi e poi disseccamento dei tessuti meristematici (tessuto apicale deputato all'inizio della fioritura: se viene rimosso si deve riformare, in circa 15 giorni, perché la pianta possa iniziare a fiorire). Le stesse piante presenteranno gambi e rami deboli e poco sviluppati. È indispensabile in fioritura. Un eccesso di calcio provoca spesso un PH eccessivamente elevato perché sia possibile l'assorbimento degli altri nutrimenti, e nanismo delle piante. I preparati di nutrimenti per coltivazione idroponica spesso sono carenti di calcio, perché tenderebbe ad ostruire i condotti e gli irrigatori. Controllare e provvedere per evitare carenze pericolose.
Il Magnesio (Mg) viene utilizzato nella clorofilla, ed è essenziale per l'assorbimento della luce. È di aiuto per l'utilizzazione dei nutrimenti e per neutralizzare i prodotti tossici presenti nel terreno o prodotti dalla pianta. Viene utilizzato dalla canapa in percentuali maggiori che da altri vegetali,
e molto spesso sulle piante di canapa si trovano carenze di magnesio.
La insufficienza di questo elemento si nota da macchie chiare sulle foglie, con successiva clorosi (ingiallimento) di tutta la foglia, solo le venature rimangono verdi. Le punte delle foglie si curvano verso l'alto e seccano. Un eccesso di magnesio può bloccare l'utilizzazione di potassio da parte delle piante e provocare sintomi di carenza di K.
L'aggiunta di 100 grammi di dolomia (a volte chiamata "calce di dolomia" o "dolomite", ricca di Ca e Mg) ogni lO litri di terreno eviterà il manifestarsi di carenze di Mg, fornirà una buona dose di Ca, ed avrà una funzione stabilizzatrice del PH del terreno, sia che questo sia acido, sia nel caso di eccessiva alcalinità. Se la carenza si nota dopo la crescita, sarà utile sciogliere nell'acqua di irrigazione lO grammi di Solfato di Magnesio (sale inglese) in lO litri d'acqua. Il Solfato di Magnesio può essere utile anche per dilavare sali tossici in eccesso.
I microelementi sono necessari per la formazione della clorofilla e agiscono principalmente da catalizzatori per i processi delle piante.Sono costituenti essenziali degli enzimi.
Devono essere presenti in piccole quantità, e la loro mancanza può portare a problemi di vario genere.
Una mancanza di ferro si nota dall'ingiallimento delle foglie, che inizia, al contrario delle carenze di macroelementi, dagli apici vegetativi.
Una clorosi delle foglie, partendo dalle più giovani, si verifica anche in caso di carenza di zolfo.
In caso di mancanza di boro si può notare un ingrossamento alla base del fusto, seguito da spaccature e marciume.
Un insufficienza di cloro si manifesta con un ingiallimento delle foglie, che diventeranno color bronzo- arancio.
Deficienze di zinco porteranno ad avere foglie piccole e arricciate, ingiallite vicino alle venature; i fusti saranno lunghi, e soltanto l'infiorescenza superiore sarà di dimensioni accettabili.
Carenze di manganese e molibdeno partono dalla cima, con clorosi di tessuto fogliare fra le venature principali e spesso con arricciamento delle foglie stesse.
Una mancanza di rame si potrà notare da un'eccessiva debolezza e fragilità dei fusti e dei rami.
La diagnosi delle carenze è cosa delicata, e queste possono essere provocate dall'insufficiente presenza nel terreno di dati elementi, oppure dal fatto che l'elemento si trova nel terreno, ma si trova in uno stato inassimilabile per un PH errato o per antagonismo con altri elementi. Attenzione perché per certi elementi si può raggiungere rapidamente il limite di tossicità.
Il letame e tutti i tipi di sostanza organica sono particolarmente raccomandati per la restituzione, la diffusione e la mobilizzazione dei microelementi nel terreno. I concimi minerali sono normalmente fornitori di svariati microelementi: alternando diversi tipi di concimi si diversificheranno gli apporti, evitando più facilmente carenze.
Si tenga presente che i concimi meno concentrati in N, P e K, contengono più microelementi dei prodotti più concentrati.
Le sostanze nutritive possono essere presenti nel terreno, aggiunte ad esso nella sua preparazione o addizionate in seguito, durante lo sviluppo delle piante. Se usate in seguito possono essere mischiate allo strato superficiale del terreno, disciolte nell'acqua di irrigazione o, sempre disciolte in acqua, vaporizzate sulle foglie per un rapido assorbimento.
Nei vasi, presto tutti i nutrimenti presenti nel terreno saranno utilizzati dalle piante in rapida crescita. Bisognerà quindi fornire alle nostre piante tutto ciò di cui abbisognano. È impossibile dire la quantità esatta di ogni fertilizzante necessaria per ogni pianta e per ogni momento della sua crescita.
I fattori che possono variare sono infiniti, e solo con l'esperienza potremo capire come nutrire al meglio le nostre piante. Come già accennato, è preferibile utilizzare fertilizzanti organici o minerali piuttosto che di sinte si. I fertilizzanti naturali permettono lo svilupparsi di una flora batterica utile per le funzioni metaboliche delle piante; sono generalmente di lento effetto ed un loro leggero sovradosaggio non dovrebbe creare gravi problemi; contengono una grande quantità di microelementi, spesso assenti
nei concimi chimici.
Per contro non è spesso possibile conoscere le esatte percentuali dei vari nutrienti, possono contenere organismi nocivi o favorirne la presenza, sono più difficili da utilizzare e a volte da reperire.
I fertilizzanti di sintesi sono precisi nella loro composizione, facili da usare e di sicuro effetto, ma tendono ad accumulare sali tossici nel terreno (da lavare), in caso di sovradosaggio possono velocemente uccidere le piante e lasciano alle piante un gusto amaro, salato, ed in ogni caso spiacevole. Possono essere di aiuto, ma si cerchi di utilizzarne il meno possibile.
Una buona pratica è quella di lasciar disciogliere i nutrimenti contenuti nel fertilizzante in acqua (tiepida) e poi utilizzarla, in una soluzione poco concentrata, per irrigare le piante. In questo modo le sostanze nutritive potranno essere assimilate prontamente e la composizione del fertilizzante potrà variare, adattandosi alle esigenze del momento.
La fertilizzazione fogliare è di effetto estremamente rapido, ma è da utilizzare con cautela (ad es. per una rapida ripresa in caso di carenze), proprio per il rischio di rapido sovradosaggio. Inoltre gli storni delle foglie si troveranno impregnati e potranno tornare a respirare correttamente solo dopo un accurato lavaggio con acqua pura.
Nelle prime fasi di crescita le piante necessiteranno di quantità minime di fertilizzanti, ed una loro presenza eccessiva sarà sicuramente nociva. La richiesta di elementi nutritivi aumenterà progressivamente durante la crescita e si differenzierà al momento della fioritura. Non somministrare alcun fertilizzante durante la maturazione (ultimi 15 giorni).
Si trovano in commercio nei negozi specializzati fertilizzanti specifici per le esigenze della cannabis, sperimentati e di sicuro effetto. Il loro utilizzo può facilitare di molto l'evitare errori nella concimazione, soprattutto in caso di coltivazione idroponica. I preparati per coltivazione idroponica possono essere utilizzati con successo anche nel terreno, disciolti nell'acqua di irrigazione.
Attenzione: con qualunque fertilizzante é facile eccedere: sarà molto facile rimediare ad una carenza che ad un eccesso, il. cui unico rimedio sarà un (o più di
uno) lavaggio del
terreno, che si effettua somministrando una quantità di acqua almeno doppia al volume del terreno. Attenzione alle dosi da usare: spesso sono riportate per quintali/ettaro. Ad es.una dose da lO q./h. significa circa 2 grammi per 5 litri di terra.
É importante preparare un terreno con una giusta proporzione di fertilizzanti organici, che serviranno come base nutritiva e riserva durante tutta la vita della pianta. D'altra parte é impossibile definire la quantità di elementi apportati e disponibili di volta in volta.
La sostanza organica presente nel terreno é la base per la sua fertilità, influenzandone le sue proprietà fisiche, chimiche e biologiche. Nel corso della decomposizione, le sostanze organiche vengono alterate e trasformate in una sostanza nerastra, amorfa, detta "humus". Mentre le sostanze fresche hanno una composizione molto variabile, nell' humus, sorprendentemente, il contenuto di carbonio é sempre del 50% circa, e quello dell'azoto del 5% circa, per cui il rapporto C/N é di circa 10.
Qresto rapporto si ha quando la sostanza organica si é completamente decomposta; nel letame maturo il rapporto C/N é di circa 25, in quello mediamente maturo 30-40, in quello paglioso 40-60, nella paglia 80-100.
Se la sostanza organica che si interra (vale anche per il terriccio usato, che normalmente presenta stampato sulla confezione il rapporto C/N) ha un rapporto C/N basso "25-30), questo corrisponde a contenuti di azoto superiori all'l,8-2%. I microorganismi che attaccano il materiale vi trovano azoto in abbondanza, che può venire utilizzato dunque non solo per i processi microbici, ma viene liberato e reso disponibile nel terreno per le piante.
Se il rapporto C/N della sostanza organica (o del terriccio) é compreso tra 30 e 40, corrisponde a contenuti di azoto fra 1,2 e 1,8%: giusto sufficiente ad assicurare l'azione decomponente dei microorganismi.
Se il materiale ha un rapporto C/N superiore a 40, corrispondente ad un contenuto di azoto inferiore al 1,2%, i microorganismi non trovano nel materiale stesso la quantità di azoto necessaria alla loro moltiplicazione, e lo prelevano dalla soluzione circolante, che ne viene ad essere impoverita. Qresto prelievo é provvisorio, l'azoto sarà reso quando i corpi microbici saranno mineralizzati, ma se non si sarà provveduto a fornire azoto in forma rapidamente assimilabile, le piante soffriranno fame di azoto e potranno manifestare carenze.
Nel "Canapajo" del 1741, Baruffaldi poneva la colombina (deiezioni dei colombi) al primo posto fra i fertilizzanti per la canapa. Oggigiorno trovare la colombina é difficoltoso, ma si possono trovare altri concimi organici derivati da deiezioni di uccelli diversi, con poteri fertilizzanti diversi.
Tutti i fertilizzanti organici qui sotto descritti si possono mischiare al terriccio nei vasi (con moderazione) o sciogliere nell'acqua di irrigazione per un effetto rapido.
Il fertilizzante più antico che la storia ricordi é il letame, da sempre riconosciuto indispensabile per il miglioramento del terreno. Apporta elementi nutritivi in una composizione bilanciata, aumenta la flora microbica, il cui compito é quello di trasformare in soluzioni minerali i vari fertilizzanti e renderli assimilabili dalle piante; rende la struttura del terreno ideale per la crescita dell'apparato radicale. Deriva dal latino laetamen: allietare, rendere lieta la terra.
Il letame utilizzato indoor deve essere sempre completamente maturo e privo di semi di altre piante.
Il letame può avere una composizione molto diversa, a seconda degli animali, della lettiera, della proporzione fra paglia e deiezioni, della alimentazione degli animali, delle cure nel modo di fabbricazione e conservazione del letame, ecc.. Comunque, pur entro limiti molto variabili, si può stimare che il letame bovino contenga fino allo 0,5% di azoto, fino allo 0,2% di fosforo e fino allo 0,3% di potassio, più tutti i micronutrimenti.
Il letame di cavallo deve essere ben maturo e non troppo ricco di paglia. può arrivare a contenere lo 0,6% di N, 0,6%-P, e 0,4%-K.
Le deiezioni degli ovini, pecore e capre, sono quelle di più pronto utilizzo fra quelle degli erbivori, quelle che sviluppano più calore e quelle con il più alto valore nutritivo, con una media di N-0,8%, P-0,5%, K-0,4%.
La pollina (escrementi dei polli) é consigliata da Baruffaldi quando mancasse la colombina. Ha una concentrazione molto alta dei principi nutritivi: da secca, N-4%, P-4%, K-1,5%. Come tutti i fertilizzanti organici derivati da escrementi di uccelli, deve essere usata con molta attenzione alle dosi, per non rischiare di bruciare le piante.
Il guano di gabbiano o di pinguino si trova facilmente in commercio: ha valori di azoto molto alti (fino al 13%), seguiti dal fosforo (fino all'11%). Ha un'ottima azione in fase di accrescimento vegetativo (ma é scarso di potassio). Se aggiunto all'acqua da usarsi a dosi molto basse.
Il guano di pipistrello é raro (si trova nei negozi specializzati per la cannabis), ma é il miglior fertilizzante per la fioritura, con valori di fosforo estremamente alti (quando proviene da giacimenti antichi): N-6%, P-15%, K-3%.
I fertilizzanti liquidi a base di alghe hanno una buona efficacia, e sono ricchi di N,P,K (in proporzioni variabili secondo il prodotto), contengono tutti i microelementi in forma chelata (immediatamente assimilabile dalle piante), ormoni, enzimi e amino acidi. Sono utili per trattare i semi posti a germinare, le talee e le piante al momento dei rinvasi, oltre che come nutrimenti nelle fasi di sviluppo.
Il Litotamnio (farina di alghe) è ricco di Ca e Mg: da usare, se non si trova la Dolomite, mischiato al terreno.
Possiamo utilizzare fertilizzanti come la farina di ossa o di altri residui animali, ricche di P e K, composti ricavati da residui di materie vegetali o animali, tostati e polverizzati, ricchi di azoto.
La cenere di legna ha reazione alcalina (al contrario dei letami, che tendono ad essere acidi), azione rapida se disciolta, e un contenuto di fino al 10% di potassio e 3% di fosforo.
L'humus di lombrico é una buona fonte di nutrimenti immediatamente disponibili e migliora la fertilità e la struttura del terreno. É molto pesante e va utilizzato come componente del terriccio nella proporzione massima del 30% per non soffocare le radici.
Lo stallatico, letame essiccato e pressato in palline o cilindretti, può essere utilizzato in sostituzione del letame di concimaia, quando questo non fosse disponibile, in quantità ridotte a un decimo rispetto al letame umido e non compresso (1 Kg. di letame = 100 g. di stallatico).
Possiamo poi usare concimi minerali come il fosfato di roccia (P), la dolomia (Ca e Mg) o polveri di rocce varie, ricche di numerosi elementi primari e secondari.
Per il forte e repellente odore, non é consigliabile usare farina o emulsioni di pesce (bagamo) in coltivazioni indoor, anche se di buon potere fertilizzante.
Possiamo poi trovare, fra i concimi organici, le torbe, dotate di altissima capacità di ritenzione idrica, fino a 30 volte il proprio peso per le torbe di sfagno, fino ad 8 volte per le altre. Possono contenere fino al 3,5% di azoto (a reazione generalmente acida).
I pannelli di semi oleosi possono avere fino al 4-5% di azoto più diverse sostanze nutritive. Utilizzati in esterni.
I semi di lupino (fino al 6% di N), un tempo utilizzati solo per colture di pregio.
Il sangue secco (fino al 12-14% di azoto e poco fosforo), ad azione medio-rapida, da usare con cautela indoor perché può bruciare facilmente le giovani piante e dare gusti spiacevoli alle infiorescenze.
Le corna e le unghie (cornunghia), torrefatte e polverizzate,sono un ottimo concime per la canapa, ma di lenta azione fertilizzante, e quindi utilizzate soprattutto outdoor. Se scelto come concime, deve essere mischiato al terreno almeno tre mesi prima del suo utilizzo.
Per sciogliere i vari fertilizzanti in acqua, dapprima agitarli in poca acqua calda, poi diluire la soluzione con acqua più fredda, e utilizzarla a temperatura ambiente.
Attenzione: i vasi hanno una quantità di terreno limitata, e l'accumulo di sali tossici di scarto può diventare un problema. É meglio irrigare più volte con concentrazioni più diluite di fertilizzanti che rischiare un'overdose. Più fertilizzante non farà crescere le piante più velocemente, ma può cambiare la composizione chimica del terreno, dotandolo troppo di un elemento o rendendo altri nutrimenti non utilizzabili dalle piante.
Piante in contenitori piccoli dovranno essere irrigate e fertilizzate più di frequente, piante in vasi più grandi potranno richiedere meno nutrimenti (essendo già presenti nel terreno) e irrigazioni con più acqua, ma più distanti nel tempo.
Buona norma é di alternare fertirrigazioni a irrigazioni con sola acqua e controllare sempre se ci siano carenze o eccessi. Se le piante stanno crescendo bene e sono in buona salute, non avranno bisogno di fertilizzanti.
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